FP CGIL, dall’Ospedale di Eboli ennesimo caso di ottima sanità che ne rafforza la difesa: salvato con denervazione renale un lavoratore migrante trentacinquenne, un caso rarissimo a livello internazionale.
Comunicato Stampa Cronaca

FP CGIL, dall’Ospedale di Eboli ennesimo caso di ottima sanità che ne rafforza la difesa: salvato con denervazione renale un lavoratore migrante trentacinquenne, un caso rarissimo a livello internazionale.

FP CGIL, dall’Ospedale di Eboli ennesimo caso di ottima sanità che ne rafforza la difesa: salvato con denervazione renale un lavoratore migrante trentacinquenne, un caso rarissimo a livello internazionale.

 

 

<Dall’Ospedale di Eboli giunge la notizia dell’ennesimo caso di “buona sanità” – grazie alle eccellenze multidisciplinari di cui è dotato – proprio in queste settimane di discussione della proposta di Atto aziendale dell’ASL Salerno, in cui lavoratori e rappresentanti sindacali e territoriali, stanno lottando per affermarne la sopravvivenza in tutte le sue funzioni, una strutturazione e una dotazione di posti letto funzionale non solo alle urgenze/emergenze ma pure alle cure in lezione, e investimenti per le dotazioni strutturali, infrastrutturali e di personale. Un’ottima notizia che rafforza le nostre ragioni, dal livello locale a quello nazionale che sicuramente non è più roseo, tra le minacce per la sanità meridionale dell’Autonomia differenziata e la profonda crisi del Servizio Sanitario Pubblico che ci vede in prima linea, come FP CGIL, con manifestazioni, iniziative e richieste esplicite ai vari livelli istituzionali di ri-finanziare il fondo del servizio sanitario portando la percentuale sul PIL almeno al di sopra la media dei paesi europei, in linea con le raccomandazioni dell’Ocse, per riammodernare le strutture e formare e reclutare il personale sanitario necessario alla bisogna, superando il tetto di spesa che neanche il governo Meloni, nonostante i proclami, ha rimosso>, affermano Antonio Capezzuto e Massimiliano Voza, segretario generale e coordinatore Medici e Dirigenti SSN FP CGIL Salerno.

 

 

Nello specifico si apprende che è stato eseguito un intervento di “denervazione renale” che consiste nel trattamento termico (in altre parole si “bruciano” le terminazioni nervose “simpatiche” che mediano l’ipertensione) prodotto da una “sonda” che entra nell’inguine ed arriva alle arterie renali e “scarica” ultrasuoni o radiofrequenze.

L’intervento portato a termine con successo dal personale della U.O.C. di Cardiologia dell’Ospedale di Eboli, diretta dal dr Angelo Catalano, che si è confrontato con colleghi italiani e stranieri sulla “particolarità del caso”, è stato eseguito dai cardiologi interventisti Giuseppe Bottiglieri ed Emanuele De Vita. In considerazione delle particolari condizioni del paziente, è assicurata assistenza anestesiologica dalla UOC Anestesiologia e Rianimazione diretta dal capodipartimento dr Fernando Chiumiento che, peraltro, è un UOC che verrebbe depotenziata a semplice servizio secondo le attuali previsioni.

Il giovane paziente iperteso sottoposto ad intervento ha 35 anni è di origine nigeriana. Affetto da LES (Lupus Eritematoso Sistemico), ora ha valori pressori “controllati” e – per la sua primaria patologia – continua a sottoporsi a dialisi seguito dalla dr.ssa Annalisa Gonnella presso la U.O.C. di Nefrologia dell’ Ospedale di Eboli diretta dal capodipartimento dr Giuseppe Gigliotti.

 

 

Si tratta di un lavoratore che vive e lavora da decenni nel territorio ebolitano.

Un territorio dove le persone extracomunitarie ufficialmente censite sono oltre 4mila ed altrettanti sono quelli “stimati” ma non censiti.

<Considerando la vastità della Valle e Piana del Sele che gravita sull’Ospedale di Eboli (con altre migliaia di cittadini “extracomunitari” nei comuni limitrofi) ben si comprende come le varie Unità Operative specialistiche in esso operanti, travalichino il carattere storico di buona sanità del PO di Eboli (che non è detto che sia riproducibile altrove sic et simpliciter!), e vadano acquisendo sempre più una “competenza clinica” – capace di garantire pure la “tenuta sociale”! – necessaria per rispondere alle esigenze di migranti e braccianti agricoli che, storicamente hanno difficoltà a inserirsi nell’offerta sanitaria, ma che hanno sempre trovato in questo presidio risposte efficaci e modulate alla bisogna.

Insomma, un’area vasta con un “profilo sociale” condizionato anche da altre fasce sociali deboli come anziani, inoccupati rurali e urbani ecc, che nel presidio di Eboli, trovano garanzia di assistenza sanitaria e cure di alto livello che sono assicurate a tutti gli “individui”, oltre il censo, lo stato sociale e i diritti di cittadinanza, “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, così come detta l’Art 32 della nostra Costituzione e come recepito dalla legge 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale> ribadiscono i due sindacalisti. E rilanciano: <E non è un caso che sia stata eseguita a Eboli, dove i reparti di Cardiologia e Nefrologia si confermano eccellenze di livello nazionale, e dove, infatti, hanno sede le direzioni dei 3 tra i dipartimenti più importanti dell’ASL: Area critica, area Medica, Emergenze/Urgenze e reti Tempo Dipendenti.

Ed è proprio per questo che la FP CGIL Salerno è subito intervenuta all’indomani delle notizie della chiusura del presidio di Eboli, non solo perché, il programma che per ora abbiamo scongiurato avrebbe lasciato sottodotata l’intera provincia di 100 posti letto – guarda caso più o meno quelli dello stabilimento di Eboli -, ma anche perché, la previsione di 304 posti letto per il programmato nuovo Ospedale di Battipaglia, non consentirebbe di svolgere questi interventi di elezione (come pure nelle altre eccellenze di Pneumologia, Malattie Infettive, Maxillo facciale, Chirurgia ecc) ma, a mal a pena, gli interventi in urgenza>.

 

Da ciò che si continua ad apprendere, la procedura praticata sul paziente (con pochissime analoghe esperienze riportate nella letteratura scientifica internazionale) costituisce un precedente molto significativo per altri ed eventuali casi che potrebbero arrivare all’attenzione degli specialisti dell’Ospedale di Eboli, e ciò proprio in considerazione della vasta composizione multietnica della popolazione residente nella Piana e Valle del Sele.

Del resto, sequenziamento del genoma umano ha reso noto che il patrimonio genetico (20-25 mila geni) è “unico” e non muta a seconda del colore della pelle a ribadire che esiste una sola “razza umana”! Tuttavia, restano, com’è evidente, condizioni e modalità di vita diverse che unite ad abitudini alimentari proprie di ogni popolazione determinano, ad esempio, un metabolismo del sale da cucina non uguale per tutti e questa “diversa assimilazione del sale” potrebbe spiegare la maggiore o minore frequenza di alcune forme di ipertensione in soggetti di origine africana: gli studi sono stati avviati ed ancora sono in corso sui cittadini afroamericani in alcuni prestigiosi Centri di Ricerca ed Università degli Stati Uniti.

Sta di fatto che per problematiche legate ad alcuni recettori del sistema renina/angiotensina in alcuni pazienti ipertesi di origine africana i farmaci per curare l’ipertensione severa hanno scarsa efficacia con notevole aumento della possibilità di infarti ed ictus…e ciò indipendentemente dall’età.