RUBRICA IL PIACERE DI “BENESSERCI” – LA GROTTA: UN LUOGO, MILLE LUOGHI. A CURA DELLA PEDAGOGISTA CLINICA DOTT.SSA MARIELLA MAROTTA
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RUBRICA IL PIACERE DI “BENESSERCI” – LA GROTTA: UN LUOGO, MILLE LUOGHI. A CURA DELLA PEDAGOGISTA CLINICA DOTT.SSA MARIELLA MAROTTA

Giungiamo alla terza puntata della rubrica tenuta dalla nota professionista cittadina, presidentessa del sodalizio “Eboli Creativa “:
Un viaggio nelle grotte di Pertosa le quali ripropongono naturalmente un ambiente dantesco e diventando cosi molto di più che una semplice visita turistica, un’immersione quasi onirica nelle profondità del nostro animo.

La grotta: un luogo mille luoghi
E’ domenica pomeriggio. Sono seduta silenziosa accanto al mio camino dallo
scoppiettio ipnotico ed evocativo. Adoro pensare, sognare! Trovo che siano le
attività più produttive e utili a cui possa dedicarmi; nei miei pensieri e sogni trovo di
tutto, incontro tutto il possibile, tutto ciò che mi piace. E’ così! Attraverso il sognare
lucidamente, lo spazio-tempo si dissolve e “cum gratia e privilegio” apporto
benessere alla mia vita. Sto bene soprattutto perché è uno stato di profondità che
destruttura tutti i pensieri, che rende reale l’affermazione “la mente è la principale
penna d’oca con cui scriviamo il nostro destino”. Nel silenzio si incontra l’intuito, la
saggezza interiore, l’amore per se stessi, e tutto diventa chiaro: si spiana la strada
verso la scelta giusta…Ho accanto a me le mie carte proiettive, per la crescita
personale, su base junghiana…ne pesco una, chiedendomi cosa avrei potuto far
capitare di bello in giornata…il simbolo che è rappresentato è “la grotta”. Casualità?
Probabile! Sta di fatto che in serata dovrò andare con la mia amica Giusy alle grotte
di Pertosa per visitarle animate dalla suggestiva messa in scena dell’inferno di
Dante. La coincidenza ha acceso in me la creatività e…ho creato…creato e creato
tanti nuovi pensieri e reminiscenze di studi. Quante volte avevo sentito parlare di
grotta nelle mie letture? E a che proposito? Me ne vengono in mente alcune. Ad
esempio: Chi sono veramente? Questo interrogativo, che trascende la civiltà
contemporanea, è l’incipit di un libro che parla degli Aztechi del Messico per i quali il
nostro vero essere risiede nella nostra “grotta” che corrisponde a ciò che oggi
chiamiamo mente, istinto e inconscio. Qui le grotte sono i “luoghi” d’incubazione
delle grandi potenzialità dell’essere umano. “Mariella, ora che ci penso, anche io ho
spesso letto cose in cui si parlava di grotte o luoghi bui da attraversare” osserva
Giusy quando, nel tragitto di andata, le sottopongo queste mie riflessioni
“Sicuramente l’hai sentiti nelle Scritture, nelle fiabe, nei miti e anche in numerose
opere narrative come Giuseppe d’Egitto, Aladino, Giona Pinocchio. Lì si dice che essi
ebbero le loro iniziazioni nell’adolescenza dove il buio altro non rappresenta che la
maschera del non sapere, e quando si esce da questo buio, si è diventati qualcosa di
nuovo. Anche secondo Carl Gustav Jung la grotta è una delle rappresentazioni
dell’archetipo della Grande Madre: la magica autorità del femminile, la saggezza e
l’elevatezza spirituale. E poi Platone. Il grande mito della caverna di Platone!
Straordinario e attuale più che mai perché, se ci pensi l’uso smisurato degli
strumenti tecnologici può diventare una grotta” “Evvaii, sempre più intriganti queste
osservazioni, Mariellì!” “Ma sì, rifletti con me: come nel mito, anche noi rischiamo di
abituarci a vedere solo i riflessi delle cose, dei sentimenti, della verità, guardando il
mondo filtrato da strumenti che teniamo per troppe ore in mano ogni giorno.”
“Siamo arrivate alla grotta sane e salve!” esclama Giusy, rincuorata perché avevamo
viaggiato con la ruota di scorta “Ok, cara, siamo pronte per andare all’inferno e
speriamo di riuscire a rivedere le stelle!